Ecco come funziona: chi aderisce specifica quali attività e/o servizi intende svolgere, accende un proprio conto corrente depositando ore al posto degli euro. Nel momento in cui la persona chiederà un servizio ad un altro socio pagherà questo servizio emettendo un assegno per le ore richieste e così se sarà lui a rispondere ad una richiesta di un altro socio si vedrà consegnare l’assegno con le ore che lui ha chiesto per il servizio elargito. Lo scambio è gratuito ma è previsto un rimborso delle spese vive ove queste ci fossero, ad es. gli ingredienti per la torta o per i tortellini fatti in casa.
I servizi offerti e richiesti sono i più disparati e c’è anche da dire che in più si è e più varia l’offerta dei servizi e la ricchezza della banca.
La Banca del Tempo (in seguito BdT) si fonda su tre principi:
1. lo scambio: si dà per avere, si riceve per dare.
2. Il valore della prestazione in tempo: indipendentemente dal servizio scambiato quel che conta è il tempo impiegato.
3. La parità fra i soggetti: scambiare attraverso il proprio tempo mette su un piano di parità la casalinga, il pensionato e il professionista che hanno offerto la prestazione.
Gli obiettivi della BdT sono quelli di ricreare i perduti rapporti di “buon vicinato”, sviluppare relazioni fra persone rompendone l’isolamento e migliorare la qualità della vita. Dal punto di vista organizzativo funziona come una vera banca con tanto di conto corrente e libretto degli assegni.
Si potrebbe obiettare che si tratta di un banale baratto. Invece non è così. La differentortaza sta nell’attivazione del circuito. Nella Banca del Tempo non è necessario restituire un servizio esattamente a colui che l'ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono debiti con qualcuno in particolare. Inoltre il baratto mercantile è un semplice scambio tra due commercianti senza l’utilizzo del denaro. In questo caso invece tra gli individui che si scambiano i servizi si consolida sempre di più il legame di solidarietà che rafforza il circuito stesso. In pratica il bene viene rimpiazzato dal legame.
Facciamo un esempio concreto. Antonella deve preparare una torta per il compleanno della figlia solo che a lei le torte non vengono mai bene. Rosaria invece deve stringere un vestito da indossare per il matrimonio della sua amica. Fino a qui sarebbe semplice ipotizzare uno scambio di favori: Rosaria prepara la torta ad Antonella e Antonella stringe il vestito a Rosaria. imageSolo che Antonella non sa cucire. Lo sa fare, però, Mario, che prima di andare in pensione lavorava come sarto. Mario a sua volta ha bisogno di qualcuno che gli ripari il rubinetto che gocciola. Allora potrebbe succedere che Rosaria fa la torta per Antonella, la quale diventerà debitrice per un paio di ore. Mario cuce il vestito a Rosaria e acquista un credito di tre ore che potrà spendere per chiedere a qualcun altro della rete (che offre servizi idraulici) di riparargli il rubinetto.
L’ideale, come in ogni conto corrente, sarebbe quello di rimanere sempre “in pari”, ma le regole non sono così rigide e anche chi è “in rosso” di parecchie ore può continuare a chiedere e scambiare. Questo perché ciò che conta non è la contabilità ma che lo scambio avvenga, che i rapporti rimangano vivi. E’ lo scambio che tiene in vita la BdT.
Lo scambio di tempo è, in prima battuta, scambio di competenze, e le competenze non sono quantificabili. Ma il tempo invece è numerabile, scandito nell’unità di misura: le ore. Ciò consente una certa equivalenza: il numero di ore di servizi prestati e resi. Al tempo come unità di scambio (come quantità) risponde il tempo come qualità delle competenze, in cui si deposita tutta l’esperienza del singolo. Lo scambio del tempo, qui cercato, non è un mero scambio di equivalenti, proprio per il valore qualitativo che il tempo porta con sé. Lo scambio di competenze diviene anche scambio di esistenze, se è vero che nella competenza (o nel sapere) costruiti nel corso del tempo si cela la trama narrativa della vita di ciascuno, che è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire.
Se l’accento è posto non sul servizio in quanto tale, (che sarebbe svolto efficacemente da un qualunque professionista), ma sulla qualità relazionale di cui il servizio è un mezzo, allora entra in scena non il soggetto come ruolo e funzione (facilmente reperibili sul mercato), ma il soggetto come persona, sorgente e trama di relazioni, disponibile a mettersi in gioco con la sua vita e la sua storia, disponibile a incontrare altre vite e altre storie e ad interagire con esse su diversi piani
In questo la BdT si differenzia dai servizi offerti dal mercato o dalle istituzioni pubbliche: il mercato, per sua natura, tende a quantificare la qualità. Perché solo la quantità consente l’equivalenza e l’equivalenza richiede il numerabile. Il numerabile poi è tradotto in compenso.
I servizi offerti e richiesti sono i più disparati e c’è anche da dire che in più si è e più varia l’offerta dei servizi e la ricchezza della banca.
La Banca del Tempo (in seguito BdT) si fonda su tre principi:
1. lo scambio: si dà per avere, si riceve per dare.
2. Il valore della prestazione in tempo: indipendentemente dal servizio scambiato quel che conta è il tempo impiegato.
3. La parità fra i soggetti: scambiare attraverso il proprio tempo mette su un piano di parità la casalinga, il pensionato e il professionista che hanno offerto la prestazione.
Gli obiettivi della BdT sono quelli di ricreare i perduti rapporti di “buon vicinato”, sviluppare relazioni fra persone rompendone l’isolamento e migliorare la qualità della vita. Dal punto di vista organizzativo funziona come una vera banca con tanto di conto corrente e libretto degli assegni.
Si potrebbe obiettare che si tratta di un banale baratto. Invece non è così. La differentortaza sta nell’attivazione del circuito. Nella Banca del Tempo non è necessario restituire un servizio esattamente a colui che l'ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono debiti con qualcuno in particolare. Inoltre il baratto mercantile è un semplice scambio tra due commercianti senza l’utilizzo del denaro. In questo caso invece tra gli individui che si scambiano i servizi si consolida sempre di più il legame di solidarietà che rafforza il circuito stesso. In pratica il bene viene rimpiazzato dal legame.
Facciamo un esempio concreto. Antonella deve preparare una torta per il compleanno della figlia solo che a lei le torte non vengono mai bene. Rosaria invece deve stringere un vestito da indossare per il matrimonio della sua amica. Fino a qui sarebbe semplice ipotizzare uno scambio di favori: Rosaria prepara la torta ad Antonella e Antonella stringe il vestito a Rosaria. imageSolo che Antonella non sa cucire. Lo sa fare, però, Mario, che prima di andare in pensione lavorava come sarto. Mario a sua volta ha bisogno di qualcuno che gli ripari il rubinetto che gocciola. Allora potrebbe succedere che Rosaria fa la torta per Antonella, la quale diventerà debitrice per un paio di ore. Mario cuce il vestito a Rosaria e acquista un credito di tre ore che potrà spendere per chiedere a qualcun altro della rete (che offre servizi idraulici) di riparargli il rubinetto.
L’ideale, come in ogni conto corrente, sarebbe quello di rimanere sempre “in pari”, ma le regole non sono così rigide e anche chi è “in rosso” di parecchie ore può continuare a chiedere e scambiare. Questo perché ciò che conta non è la contabilità ma che lo scambio avvenga, che i rapporti rimangano vivi. E’ lo scambio che tiene in vita la BdT.
Lo scambio di tempo è, in prima battuta, scambio di competenze, e le competenze non sono quantificabili. Ma il tempo invece è numerabile, scandito nell’unità di misura: le ore. Ciò consente una certa equivalenza: il numero di ore di servizi prestati e resi. Al tempo come unità di scambio (come quantità) risponde il tempo come qualità delle competenze, in cui si deposita tutta l’esperienza del singolo. Lo scambio del tempo, qui cercato, non è un mero scambio di equivalenti, proprio per il valore qualitativo che il tempo porta con sé. Lo scambio di competenze diviene anche scambio di esistenze, se è vero che nella competenza (o nel sapere) costruiti nel corso del tempo si cela la trama narrativa della vita di ciascuno, che è quello che è per la somma di rapporti che lo hanno fatto vivere e progredire.
Se l’accento è posto non sul servizio in quanto tale, (che sarebbe svolto efficacemente da un qualunque professionista), ma sulla qualità relazionale di cui il servizio è un mezzo, allora entra in scena non il soggetto come ruolo e funzione (facilmente reperibili sul mercato), ma il soggetto come persona, sorgente e trama di relazioni, disponibile a mettersi in gioco con la sua vita e la sua storia, disponibile a incontrare altre vite e altre storie e ad interagire con esse su diversi piani
In questo la BdT si differenzia dai servizi offerti dal mercato o dalle istituzioni pubbliche: il mercato, per sua natura, tende a quantificare la qualità. Perché solo la quantità consente l’equivalenza e l’equivalenza richiede il numerabile. Il numerabile poi è tradotto in compenso.